Neon Genesis Evangelion Robot
... e se Shinji, al posto del ragazzo tranquillo che e' fosse stato uno dei soliti piloti robottonici alla Tetsuya, Koji e Ryoma? Insomma senza paura... un ragazzo d'azione... questa FF e' un riassunto di questa fantasticheria... Non me ne vogliate!

Shinji Kakaroth (akiratoriyama@JABAWACK.it) - Il suo sito

Tratto da un 3d di I.A.C.


Capitolo 15 - Strilla e menzogne

Anno 2015 - Neo Tokyo 3

"Cosa intendi farne di lui?" ridachiafa Kozo Shikishima, guardando il panorama, i crateri dell'ultimo scontro degli Eva con degli angeli.
"Lasciamolo fare ancora un po'... finche' e' utile." sghignazzo' "Dopodiche' sai cosa succedera'."
L'elicottero' plano' piano, sulle strutture diroccate.

"SIGNOR KAJI AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!" Asuka strillo' al cellulare, facendo sussultare tutti i ragazzi che si trovavano in corridoio, che la fissarono con aria perplessa.
"Ma che succede?" chiese Horaki.
"Uno scherzo per il signor Kaji! Volevo uscire con lui domani... purtroppo non hoo niente da fare..." si lamento' aprendo le braccia e ficcandosi in tasca il cellulare.
"Allora potresti farmi un favore? C'e' mio cugino che t'ha visto e vorrebbe proprio conoscerti, per favore..." chiese facendo un inchino con aria implorante. Una cosa simile, giunta dalla propria migliore amica non poteva non scuotere Asuka, che accetto' senza pensarci.

"Mhm..." Shinji fissava sovrappensiero Rei che strizzava una pezza, mentre puliva i pavimento.
"SEI DISTRATTO!!!" gli arrivo' un pugno allo stomaco "Hai perso questo punto!" ridacchio' Toji Tomoe.
"Ma non era una pulizia generale?" chiese Kensuke.
"Bastardo questa me la paghi!" e inizio' a correre per tutta la scuola dietro a Toji che rideva come un pazzo e ogni tanto usciva in frasi ironiche come
"Oddio... arriva Shinji il gran pilota... ci uccide tutti! Non voglio morire..."
Si stava facendo tardi. E i ragazzi tornarono alle loro case, sciamando da scuola un po' per volta.
Anche Rei stava per uscire, quando qualcuno la prese di sorpresa, prendendola per un braccio e mettendole una mano davanti alla bocca, per non farla strillare. Lei non ne aveva comunque intenzione. La porto' dentro un'aula deserta e li' la lascio' piano.
"Scherzetto." ridacchio' Shinji.
"Ah..." rispose stordita la First.
"Sai, volevo parlarti prima di tornare a casa. E dato che a fare discorsi simili mi vergogno di fronte agli altri..." stava facendo notare che nelle ultime settimane la loro casa fosse diventata sempre meno 'loro' anche a causa di Misato, che si autoinvitava spesso a cena e colazione, ed Asuka che scendeva perche nel suo appartamento non c'era la presa per l'antenna.
"Io domani devo incontrarmi con mio padre... non so come faro', visto che la mia voglia di vendetta diventa ogni giorno piu' forte." picchio' con un pugno il muro che dette in risposta un rumore sordo.
"Perdonalo, almeno domani cerca di dimenticare tutto." rispose pacata la ragazza, senza cambiare minimamente espressione.
"Ah... sai, quando t'ho vista oggi mentre strizzavi la pezza sembravi proprio la mia mamma..." le si avvicino' e si volto' verso la finestra, mentre la luce del tramonto rischiarava la classe e le ombre loro e dei manchi si proiettava in una rete intricata sul pavimento "Purtroppo per colpa di mio padre non ho potuto stare molto con lei e la ricordo pochissimo."
"Ah..." inaspettatamente non si capi' se fosse stato il colore della luce del tramonto, ma sembrava che Ichimonji fosse arrossita.
"Sei molto carina." disse, baciandole la mano, invitandola a prendere al volo il solito passaggio verso casa, mentre si infilava i guanti smezzati in pelle.

"Ma quanto sei in ritardo!" disse Misato, seduta accanto a Ritsuko, quando arrivo' Kaji, con un abito scuro e cravatta bianca.
"Be'... impegni di lavoro." rispose schermandosi.
"Almeno oggi pero' potevi farti la barba e guarda come hai annodato male la cravatta." critico' portandogli su' il nodo.
"Ah... grazie tante." sorrise Kaji.
"Cos'e'? Un ritorno di fiamma?" la donna a vederli non riusci' a trattenersi dal dire una frase simile che li avrebbe fatti imbarazzare da morire.
"Ma sei impazzita? Non mi sposerei mai con uno come lui." rise tra se', mentre Kaji s'abbatteva per questa uscita crudele.
"Ryochan, Micchan, Ricchan!" disse una ragazza vestita da sposa, che s'era avvicinata al tavolo, la sposa novella era passata a salutare i vecchi amici dell'universita'. Tra pettegolezzi femminili su altri ex-compagne e la spiegazione della luna di miele che si stava avvicinando, la serata passo' in allegria.

"Era tanto che non venivi a trovarla?" chiese la voce dell'uomo, mentre posava una foto accanto alla lapide nera.
"Troppo tempo. Ma ora non voglio ricordare quanto." disse, smorzando il suo tono aspro "Come stai?"
"Bene." rispose semplicemente l'uomo.
"Mi manca troppo." disse Shinji infine, mostrando i suoi sentimenti.
"Sei ancora uno schifoso mammone! Non sei piu' un bambino. Io ho trasformato il tuo corpo in una macchina da guerra inattaccabile psicologicamente e dai riflessi accelerati." ghigno' mentre alzava le mani al cielo "Io t'ho allenato e addestrato a dovere e poi e' sucesso quella cosa... tua madre ha solo avuto la sfortuna di trovarsi al momento sbagliato nel posto sbagliato!"
"E questa sarebbe una scusa?" disse a bassa voce "QUESTA SAREBBE LA TUA DANNATA SCUSA PER AVERMI SOTTRATTO MIA MADRE?" la mano passo' sull'iscrizione sentendo al tatto la scritta 'Michiru Nagare 1977-2006'.
"Questo e' solo un pezzo di pietra. Non c'e' tua madre li' sotto perche' tu ricordi ancora cosa ne e' stato di lei, vero?" continuava a torturarlo per ottenerne una reazione.
"NON VOGLIO RICORDARLO! NON VOGLIOOOOOOOOOOOO!" s'avvicino' a suo padre e parti' con una raffica di colpi che evito' con accuratezza, parando i colpi piu' deboli.
"Ancora a trattenerti?" lo scherni' "Non si deve avere pieta' per i nemici." e gli mollo' un pugno "Ricorda che anch'io amavo tua madre."
"STRONZO!" Shinji esegui' una capriola con calcio che fece saltar via il padre per l'impeto.
"Sei bravo, ma ti trattieni troppo. Sei solo un vigliacco." dal cielo scese repentino un aereo che si frappose tra padre e figlio, portandosi velocemente via l'uomo, che fisso' il figlio dai finestrini.
"TI AMMAZZERO'!" strillo' con tutta la forza che aveva in corpo.

Un motivo riempiva l'aria, sembrava un assolo tratto da una vecchia canzone dei Queen con la sola chitarra elettrica.
"WOW! Credevo che fossi bravo solo a pilotare la moto." Asuka era ormai entrata in casa, facendo perdere al ragazzo il filo della canzone.
"E' una delle cose che mia madre ha cercato di insegnarmi, l'amore per la musica..." poi si tolse la tracolla dalle spalle e tiro' via i fili verso la cassa, riponendo piano la chitarra "Lei amava profondamente il rock e il metal, nonostante fosse una casalinga nata." poi chiuse la cerniera della borsa in cui era riposta la chitarra e la mise in un angolo della casa "Ma perche' diavolo ne parlo con te?" si irrito' "Mhm... Ayanami ancora non torna... ma tu non eri andata al Luna Park con un tipo?"
"Ah..." si lamento', sedendosi ad una sedia "Era terribilmente noiosa la compagnia di quel tipo, quindi ho trovato un momento buono e me ne sono andata."
"Infantile!" commento' a mezza voce, mentre preparava del caffe'.
"Shinji?" mugugno' Asuka.
"Si? Che c'e'?" rispose di malavoglia.
"Hai mai fatto sesso?" la domanda venne posta, come se fosse la cosa piu' normale del mondo.
"Che domande fai... non ancora." si tenne la testa pensando a quanto potesse essere imbarazzante rispondere a certe domande e prese a sorseggiare il caffe' che aveva appena scaldato.
"Lo facciamo?" chiese a bruciapelo. Shinji non riusci' a trattenersi e sputo' meta' del caffe' che stava bevendo nella tazza "Sei impazzita? Non sono cose da chiedere cosi' alla leggera." la rimprovero'.
"Perche' non farlo?" chiese innocente.
"Be'... non lo so. Ma credo..." cercava una scusa.
"Pensa che potremmo morire in qualsiasi momento..." la rossa avallo' la sua tesi
"Io non voglio morire vergine."
"Mhm... hai ragione anche tu... ma perche' lo vieni a chiedere proprio a me?" cerco' di sondare le emozioni della compagna.
"Perche' sei accettabile... qualsiasi altro ragazzo della nostra scuola non sarebbe all'altezza di venire a letto con me." s'alzo' mettendo le mani sui fianchi.
"Che superbia." s'intristi'.
"Non conosco quel kanji." ridacchio' innocente lei.

"Sei pronta?" Shinji stava entrando nella sua stanza da letto. Accanto al suo futon era appostato un secondo,per ospitare Asuka, che aspettava l'arrivo del ragazzo, sotto le coperte. Shinji entro' e si calo' piano sotto le coperte, mentre la sua mano andava al volto della ragazza "Sei sicura?" chiese per conferma.
"Vieni pure." alle aspettative della ragazza Shinji rispose accarezzandole il corpo con la mano e sfilandole il reggiseno che ancora portava sotto il pijama.
Poi Asuka, per emulare il suo comportamento passo' le mani sul suo petto, fin sopra al collo e qui, sulle spalle senti' qualcosa di strano.
"Le tue spalle... cos'hai?" chiese, sentendo la ruvidita' della pelle in quei punti.
Alla domanda Shinji si ritrasse di scatto e prego' Asuka d'andarsene.
"Scusa, se ti ho fatto una domanda strana..." il discorso che aveva preparato venne presto interrotto dal campanello. Il ragazzo infilo' velocemente il pijama e ando' ad aprire.
"BLUAAAAAAAARGH!!!" la signorina Misato gli vomito' quasi addosso.
"Mio Dio, Shinji mi spiace." sorrise imbarazzato Kaji "Abbiamo bevuto cosi' tanto... e lei aveva scordato la keypass da te, cosi'... scusa ancora." facendo un passo indietro il ragazzo prese la carta megnetica e accompagno' Kaji al piano di sopra, dove ripulirono Misato e la misero a letto con tutti i vestiti.
"Signor Kaji..." lo chiamo' Shinji "Mi faccia il favore di non portarla piu' in giro... ormai ha una certa eta'... ah... potrebbe restare a dormire da lei? Tanto per darle una mano se si dovesse sentire ancora male."
"Ah... sono imbarazzato." arrossi'.
"Mai quanto me!" chiuse la porta e scese in casa sua, sperando di non trovarsi ancora Asuka nel letto.

Kaji, solo nel Terminal Dogma vaga per i corridoi con una piantina in mano, quando arriva a un'enorme entrata.
"Ecco la Heaven's Door." prende una card rossa e la sta per passare nel rilevatore quando sente che una pistola gli viene puntata alla nuca.
"Non fare un'altra mossa." la voce era innegabilmente quella di Misato.
"Sei qui su ordine di qualcuno?" tento' di informarsi.
"Iniziativa personale... continuando cosi' ti brucerai." lo avverti' la donna apprensiva.
"Meglio bruciare che non sapere la verita'... guarda." passo' la carta magnetica nel lettore e le porte iniziarono ad aprirsi.

All'interno della gigantesca stanza concava c'era una croce rossa, su cui era inchiodato un essere enorme la cui parte inferiore era informe. La sua forma umanoide differiva solo per quanto riguarda il volto, che sembrava una maschera a forma di tigre.

"La Nerv e' meno ingenua di quel che pensavo." disse Misato abbassando l'arma.

[CONTINUA AL CAPITOLO 16]