La rivincita di Vega
Sulla Terra regna da tempo la pace e Actarus si trova su Fleed assieme alla sorella Maria. Al ranch Betulla Bianca sembra tutto tranquillo ma è la quiete prima della tempesta...

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Capitolo 2

L'astronave, simile ad un gigantesco cuneo, si avvicinava lentamente alla faccia nascosta della luna protetta dallo schermo di dissimulazione che la rendeva invisibile ai radar dei satelliti di difesa terrestri; dal ponte di comando due occhi ansiosi scrutavano il satellite alla ricerca di qualcosa, qualcosa che aveva la massima importanza.
"Generale Phobos, siamo in vista del punto XK!"
"Molto bene navigatore", rispose l'ufficiale "riduca la velocità e si porti sulla verticale esatta, hangar preparate la mia navetta per la discesa!"
La nave spaziale si fermò sull'oscura superficie della luna e dal suo ventre un piccolo disco uscì dirigendosi verso un punto ben preciso, giunto a pochi metri dal suolo la navetta accese i fari e cominciò a sciabolare l'arida superficie lunare fino ad illuminare un grosso cratere dal quale emergevano diverse rovine.
"Ecco i resti della base generale, devo lasciarla in un punto particolare?" "Si pilota, portati dove c'era la centrale comando….se quello che cerco è ancora lì lo troverò!"
La navetta si portò a ridosso dei resti della torre più grossa che una volta spiegava i suoi grandi ombrelli-hangar per accogliere le astronavi ed ora era ridotta ad un moncone sgretolato.
"Azionate il raggio vettore!"
Dalla navetta scaturì una specie di tubo luminoso composto da pura energia attraverso il quale il generale Phobos scese sulla superficie lunare "State pronti a raccogliermi quando darò il segnale!"
"Agli ordini generale!"

Non fu difficile penetrare in quel che restava della base avanzata di Vega, le mura presentavano numerosi squarci ove le bombe di autodistruzione azionate da Re Vega in persona prima dell'ultimo disperato attacco contro la terra avevano compiuto la loro opera; Phobos si inoltrò per i corridoi sventrati e le sale controllo distrutte scavalcando mucchi di macerie fino a raggiungere un enorme portellone corazzato che sembrava aver resistito alla furia delle esplosioni.
Il generale si tolse dal collo una specie di medaglione a quattro punte, l'emblema reale di Vega, e lo inserì in un incavo della porta; subito una piccola consolle uscì da una feritoia del portone, Phobos digitò velocemente una password ed il portone, seppur con una certa difficoltà, si aprì.

All'interno vi era una piccola stanza all'apparenza insignificante, con al centro una specie di cilindro metallico collegato ad un computer ormai inservibile, Phobos abbozzò un sorriso, non si era sbagliato!!
Velocemente si avvicinò al cilindro e lo staccò dalla sua sede, quindi tornò all'esterno e chiamò la sua navetta perché lo venisse a prendere.
Mentre ritornavano alla nave madre il pilota osò chiedere "Generale, cosa siamo venuti a fare qui?".
Phobos rispose "Questo cilindro contiene la chiave per prenderci la riscossa sugli odiati terrestri, qui sono contenuti i codici sorgente per creare i mostri di Vega ed ora che Goldrake non è più lì a difenderli per gli abitanti della terra non ci sarà scampo.
Io, Generale Phobos, realizzerò il sogno del nostro amato sovrano e saprò vendicare la sua morte!!!
Ponte, fate subito preparare la camera genetica, cominceremo subito a creare il mostro più potente che si sia mai visto……presto sulla terra si accorgeranno che Vega non è morto ah ah ah ah ah ah ah ah ah!!!!!!!!!!!"

[CONTINUA AL CAPITOLO 3]